lunedì 30 marzo 2015

Sottocosta Camp 2015: Capo d'Orso dal 13 al 21 Giugno

Ecco i link dove il Presidente Giorgio Nesca spiega la scelta del ritorno in Sardegna presa in quel di Polcanto e le agevolazioni "contrattate" per i soci Sottocosta. Se ci saranno eventuali info/news le pubblicheremo.


martedì 3 marzo 2015

La (non) navigazione in kayak a Venezia

Di seguito riportiamo una lucida dichiarazione di Marco Ballarin, Maestro di kayak da mare e oramai "storico insegnante" di Sottocosta, sulla grottesca situazione che si sta venendo a creare a Venezia, città in cui vive e opera canoisticamente parlando.

"Il 10 Febbraio di questo anno, il comune di Venezia che al momento si trova sotto lo stato di commissariamento poiché il sindaco è stato incarcerato per corruzione durante le indagini sul progetto MOSE, ha emesso sei ordinanze che vanno a modificare l'attuale normativa di navigazione nel centro storico di Venezia.
Perché voglio coinvolgervi in questa situazione; perché a mio parere, si sta per attuare una normativa che va a "ghettizzare" il mondo della canoa/kayak e discriminare quello della voga, creando un precedente molto pericoloso che potrebbe vanificare anni ed anni di sforzi e sacrifici di Sottocosta, dei suoi fondatori e di tutti i tecnici che con passione, dedizione e professionalità hanno cercato di divulgare il concetto "navigare in sicurezza".
Per chi non conoscesse la realtà di Venezia vi riassumo in breve quale è lo stato dell'arte ad oggi:
Venezia è costituita da circa 118 isole separate da circa 150 canali; a Venezia coesistono tre norme che regolano la navigazione acquea:
- Regolamento Internazionale: Poiché Venezia è un porto internazionale e le Navi transitano nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca;
- Regolamento Acque Interne Italiane: Le stesse norme che regolano la navigazione nei laghi e nelle altre lagune, ove non si applichi la norma precedente;
- Regolamento Comunale; Interessa tutti i canali di Venezia e delle sue isole maggiori (Murano e Burano) i canali che ne delimitano il perimetro ed il Canal Grande;
Come potete comprendere non è facile normare una situazione simile e navigare a Venezia comporta delle attenzioni particolari.
Per rispondere ad alcune specifiche delle leggi sulla Salvaguardia di Venezia e richieste dell'UNESCO per l'inserimento di Venezia nei siti "Patrimonio dell'Umanità", il Comune di Venezia ha istituito una ZTL che comprende e coinvolge tutta la città e le isole maggiori.
Questo in quanto la presenza di imbarcazioni a motore è incrementata sempre più fino ad arrivare ad una situazione di insostenibilità che peraltro stava per far scomparire la tradizionale voga a remi veneziana. Un po' quello che sta o stava accadendo in tutte le città di "terraferma", come le definiamo noi Lagunari, con le macchine le bici ed i pedoni.
Negli anni questa normativa è stata modificata corretta ed integrata più volte ma ha sempre permesso e tutelato la navigazione a Remi
Ecco cosa sta accadendo in questi giorni:
il 10 Febbraio il Comune di Venezia in accordo con Capitaneria di Porto ed Ex Magistrato alle acque, ha emesso sei ordinanze che entreranno in vigore la mezzanotte del 28 Febbraio e che vanno ad interessare tutta l'area della ZTL di Venezia ovvero tutto il tessuto di canali della città.
Queste ordinanze, nello specifico la 93, andrà a bandire (interdizione alla navigazione) le Canoe, i Kayak, i Dragon Boat, i Pattìni ed i SUP dal Canal Grande ed altri rii (canali) principali di Venezia ma così facendo tanti altri rii non potranno essere più percorsi in quanto sboccano nei canali interdetti e la loro ridotta larghezza, impedisce di cambiare la direzione di navigazione. (vedi ordinanze allegate e mappe allegate)
Tenete presente che le categorie interessate (gondolieri, tassisti, trasportatori, associazioni remiere)  non sono state minimamente coinvolte nella fase di stesura delle ordinanze.
Queste ordinanze sono il frutto di pressioni da parte della procura della Repubblica a seguito dell'inchiesta nata per chiarire le cause dell'incidente che nel 2013 ha causato la morte di un turista Tedesco, nei pressi del ponte di Rialto. E' da precisare che l'incidente ha coinvolto un taxi, un motoscafo delle linee del trasporto pubblico ed una gondola. Nessuna imbarcazione da diporto a remi o motore è stata causa o ha partecipato all'incidente.
Per fare una metafora sarebbe come dire che a causa di un incidente in via dei Fori Imperiali che ha coinvolto un autobus, un taxi ed una carrozza (se esistono ancora a Roma) per la sicurezza del traffico, verrà vietata la circolazione in quella strada alle biciclette ma non a tutte: solamente alle mountain bike, a quelle ripiegabili ed ai tandem.
Se poi analizziamo le altre cinque ordinanze possiamo notare come alle gondole vengano imposte norme di navigazione a dir poco assurde, mentre alle imbarcazioni da trasporto ed ai taxi le restrizioni vengano ridotte con l'allargamento degli orari in cui possono circolare ed i canali dove posso navigare.
In conclusione, queste ordinanze vanno contro corrente rispetto a tutto ciò che accade nel resto dell'Europa dove nei centri storici delle città si cerca di privilegiare la circolazione di mezzi a basso impatto ambientale.
Sempre leggendo le ordinanze potete rendervi conto anche l'assurdità che il pericolo è ritenuto funzionale al tipo di imbarcazione e non a chi e come lo conduce: per assurdo se in otto persone ci mettessimo a vogare su una gondola con delle pagaie (tipo canoa canadese), oppure se andassimo in canal grande con un canotto da rafting, nessuno potrebbe multarci!!!
Io sono assolutamente concorde con il fatto che sia necessario regolamentare e normare la navigazione a Venezia; purtroppo scendere in barca per i canali Veneziani non è come andare in bicicletta per le strade di una città. Ma è altrettanto vero che non è corretto mettere dei divieti che ghettizzano e discriminano determinate categorie, solo perché è una strada semplice e dimostra che le autorità hanno agito in ottemperanza alle richieste della procura.
Come non è ammissibile che per fermare una "scheggia impazzita" si vada a penalizzare un'intera categoria.
Peraltro le leggi e le norme già esistono e sono molto dettagliate e stringenti; basterebbe farle rispettare. Peccato che come al solito ciò non avvenga..
Quello che si rischia è che quanto sta accadendo a Venezia costituisca un precedente che potrebbe portarci indietro di dieci anni, a livello Italiano ed Europeo. Altri comuni potrebbero bandire i kayak dalle spiagge o dai laghi e le Ordinanze di Venezia costituirebbero un precedente.
Cosa sta accadendo a Venezia:
- Le Associazioni Remiere si stanno muovendo, molto lentamente, e con il tramite di Andrea Bedin, presidente del Comitato Regionale Veneto FICK.
Questi, con delega del Presidente della FICK Buonfiglio e del CONI ha già avuto un incontro con il sottocommissario e sta creando un tavolo di trattative con il Comune al fine di trovare una sorta di Linea guida che identifichi nei Tecnici FICK le sole persone abilitate a condurre gruppi o singoli nel centro storico di Venezia. Una sorta di Patentino.
Ma questa strada si preannuncia lunga e tortuosa sebbene auspicata in quanto darebbe evidenza alla nostra categoria.
Il Comitato Vogalonga, al momento si è dichiarato "neutrale" ma molte proteste e segnalazioni, sia dall'Italia che dall'estero, anche con la minaccia di boicottare la Vogalonga stessa, stanno facendo notevole pressione sul comitato stesso. Vedremo cosa come deciderà di muoversi.
Gengis, supportato da un buon numero di kayakisti della FICT ha lanciato una petizione con raccolta firme online che ha raggiunto già 1700 adesioni se non sbaglio (vi invito a firmare).
Alcune associazioni Sportive Remiere Veneziane, privati cittadini kayakisti (tra cui due avvocati ed anche il sottoscritto), hanno impugnato le ordinanze ricorrendo al TAR. (è aperta una raccolta fondi per pagare le spese legali tramite l'ASD Arcobaleno il cui presidente è Tito Pamio)
Martedì molto probabilmente avrò un incontro con il responsabile della mobilità Acque del Comune di Venezia, in quell'occasione cercherò di far capire cos'è il mondo della voga (non solo quella Veneta) ed in particolare quella della Canoa/Kayak, nella speranza di allargare le loro vedute e magari arrivare ad una più ragionevole soluzione.
So di essere stato lungo ma la gravità di quanto sta accadendo qui credo meriti di essere analizzata e discussa dall'intera comunità del KAYAK in Italia.
Sapete che con il socio René Seindal (Istruttore Danese EPP 3 Star) ho un'attività commerciale la cui finalità è condurre gruppi di turisti in kayak a Venezia.
Le nostre escursioni avvengono sempre ed esclusivamente con una o più accompagnatori/guide, tutti tecnici FICK/Sottocosta, non effettuiamo il semplice noleggio di Kayak, anche a chi ha le capacità tecniche per farlo (a volte i nostri clienti sono tecnici BCU e/o ACA), questo perché muoversi a Venezia è difficile e la nostra politica è "la sicurezza prima di tutto". In questo arco di tempo i nostri clienti sono stati non meno di 5.000 e non abbiamo mai avuto un incidente degno di nota; non abbiamo mai intralciato il traffico cittadino sia privato che pubblico di linea. Molte istituzioni non sanno nemmeno che esistiamo, per far capire quanto abbiamo lavorato nel rispetto delle leggi e regolamenti.
Purtroppo da Settembre 2014, un albergo nel centro storico di Venezia ha avviato un'attività di Noleggio Sit on Top e a quanto abbiamo "percepito" è questa attività, svolta in modo "indiscriminato" (i clienti vengono messi in acqua e lasciati liberi di pagaiare senza guide e/o accompagnatori), che ha sollevato perplessità e creato uno stato di criticità presso il comune.
Ma è assurdo il ragionamento fatto dal Comune di Venezia. Ogni giorno, purtroppo, sentiamo di incidenti automobilistici ma non per questo le bici, le moto  ED I PEDONI, non posso più circolare per la città!
Se l'intento è quello di trasformare il Canal Grande in una Tangenziale, allora è un altro discorso ma questo andrebbe contro a leggi Italiane ben precise (Legge per la salvaguardia di Venezia)."